Un’anteprima sul 2023: i PROGETTI CULTURALI in rete di DETTO FATTO

Un’anteprima sul 2023: i PROGETTI CULTURALI in rete di DETTO FATTO

Il 2022 ci ha visti impegnati su diversi progetti in rete, tutti collegati da un comune denominatore: l’arte e la cultura come momento di ricostruzione sociale, economica, personale, anche grazie alla spinta dell’innovazione digitale.

Questi progetti sono il frutto di riflessioni iniziate con la pandemia, periodo che ha fatto emergere tutte le nostre fragilità. Il Covid, infatti, ha agito duramente su tutta la collettività: l’isolamento, le misure ristrettive e la perdita di importanti punti di riferimento hanno provocato forti conseguenze su tutti, specialmente sulle persone più fragili e poco ascoltate: i bambini e i giovani, gli anziani, gli stranieri, le persone con disabilità o disagio psichico.

Contemporaneamente la richiesta di cultura durante le chiusure forzate ha portato a una presa di coscienza: i musei hanno reagito accelerando processi di digitalizzazione e percorsi di adeguamento delle forme di fruizione dei contenuti già in corso. Il museo ha riscoperto in molti casi la sua dimensione di spazio pubblico, profondamente legato alla comunità che abita, e la sua responsabilità sociale.

L’Arte e la partecipazione alla vita culturale, infatti, possono promuovere inclusione, dialogo, scambio e benessere nelle persone. Già nel novembre 2019 è stato pubblicato da OMS l’Health Evidence Network Synthesis Report 67 (What is the evidence of the role of the arts in improving health and well-being?), che ha raccolto oltre 900 paper – che fanno riferimento a 3000 studi degli ultimi 20 anni – volti a indagare il rapporto tra Cultura e Salute.

Anche noi in questo tempo abbiamo pensato all’opportunità e alle modalità di apertura dei luoghi della cultura alle persone svantaggiate che incontriamo quotidianamente nel nostro lavoro. Pensiamo che per questo sia necessario un cambio di prospettiva, per cui non solo “chi sa” può accedere ai contenuti di un museo: ogni persona, infatti, anche la più fragile, ha abilità importanti che devono essere riconosciute e valorizzate. Solo partendo dalle persone, dalla loro voce, dai loro bisogni e dalle loro competenze sarà possibile un’esperienza davvero inclusiva e partecipativa.

I progetti a cui stiamo lavorando in questo senso hanno anche evidenziato l’importanza del lavoro in rete: solo grazie alle competenze dei partner con cui condividiamo visioni e percorsi – la cooperativa sociale Alchemilla e partner tecnici come Werea S.R.L. – è stato possibile portare avanti queste riflessioni. Con i progetti Semi di Cultura e LiberaMENTE stiamo lavorando per ribaltare questa prospettiva e nel 2023 speriamo di poterli concretizzare e presentare!

L’esperienza dell’incontro con il patrimonio artistico diventa così un’importante occasione di sperimentazione di percorsi volti a far crescere e far stare bene le persone che vivono situazioni di disagio.

Inoltre, come cooperativa di tipo B riteniamo che questi percorsi siano importanti per sviluppare nuove competenze e nuove figure professionali.

Work in progress…