2020… Tempo per scegliere quale domani costruire

2020… Tempo per scegliere quale domani costruire

Willem van Haecht, La Kunstkamer di Cornelis van der Geest, 1628, olio su tela, Anversa, Rubenshuis. 

https://www.rubenshuis.be/en/page/willem-van-haecht

IL MUSEO A SERVIZIO DELLA SOCIETÁ 

Quest’ opera di Willem van Haecht, pittore fiammingo dell’inizio del XVII secolo, ci fornisce l’occasione per una riflessione sul valore della cultura nella nostra società. L’artista, formatosi al fianco di Peter Paul Rubens, si specializza poi nella produzione di opere documentarie che riproducono gallerie e collezioni private, importanti testimonianze del gusto di una borghesia colta e particolarmente consapevole. Osservando questa tela si ha davvero l’impressione di poter entrare fisicamente nella galleria privata del facoltoso mercante di Anversa, Cornelis van der Geest, collezione della quale il pittore era anche il curatore. 

Certo, bisognerà aspettare il XVIII secolo e la Rivoluzione francese perché si inizi a maturare l’idea di museo come luogo pubblico e strumento posto al servizio della società. 

La riflessione sul tema, però, è più che mai attuale. 

Il settore culturale è stato tra i più colpiti dagli effetti della pandemia per Covid-19. I musei sono rimasti chiusi per gran parte del 2020 e l’anno che inizia lascia aperti tanti interrogativi e incertezze sul destino dei luoghi della cultura. Eppure, durante i lock down, è emerso con forza il nostro bisogno di cultura: abbiamo assistito ad un boom di accessi ai siti web delle istituzioni museali, alla ricerca di tour, attività e contenuti multimediali. Questo fenomeno ha dato prova del valore della cultura nella nostra società e ha spinto i musei a pensare a nuove forme di fruizione.  

Pensiamo che l’emergenza abbia messo in evidenza il bisogno di un dialogo costante e aperto tra le istituzioni culturali, il territorio e le comunità. Il museo è racconto ed espressione di una comunità, della sua storia, della sua identità, di quello che siamo oggi e di come siamo arrivati ad esserlo. Solo continuando a dialogare con la realtà che lo circonda il museo può mantenersi vivo e divenire davvero strumento a servizio della società e del suo sviluppo, secondo la nota definizione dell’ICOM. La cultura può, e deve essere, uno strumento di inclusione, di scambio e di crescita! 

Crediamo che sia necessario ripartire da qui nella progettazione del mondo post-Covid: dobbiamo raccogliere le riflessioni e i bisogni emersi durante la chiusura forzata e puntare sulla cultura per la ripartenza, consapevoli del suo incredibile valore per lo sviluppo sociale. “La bellezza salverà il mondo” si legge nell’Idiota di Dostoevskij: sicuramente la Cultura potrà contribuire al mondo di domani!